Le facce di Napoli, la città-madre
Scritto da Miriam Candurro il 3. Gennaio 2019
Qui e ora
di MIRIAM CANDURRO
La bellezza di Napoli sta nella verità della sua essenza. Napoli non finge di essere altro, non si camuffa sotto un abito che non le appartiene. Si racconta e si lascia vivere per quello che è, che possa piacere o meno.
È come una donna schietta che ti sussurra, sorridendo, all’orecchio “io sono fatta così, se ti sta bene”, e che ha proprio nella sincerità il suo fascino più profondo e allo stesso tempo anche il suo limite insormontabile. In questi giorni di festa Napoli si ritrova accarezzata da tanti sguardi diversi, e come una matrona si diverte a svelare ad ognuno di loro un pò della sua verità.
Agli occhi di chi la vede per la prima volta si rivela bellissima e difficile, accogliente e scostumata, come una giovane amante desiderabile e sfuggente. Una citta che travolge senza chiedere il permesso, che entra dentro l’anima e lascia un profondo senso di incompiuto. Agli occhi di chi la vive invece tutto l’anno, che ne conosce bene i pregi e che spesso fa finta di non vederne i difetti, si presenta come una persona di famiglia, a cui si vuole bene e alla quale in fondo si perdona tutto. E lei, nella sua versione natalizia chiassosa e ingestibile, difficile da attraversare e da vivere, sa di essere al sicuro davanti a quello sguardo, protetta, perchè chi la vive ne parla male ma non tollera che a farlo siano gli altri.
Infine, agli occhi di chi vi ritorna solo per le feste e la ritrova per qualche giorno, diviso tra il senso di appartenenza e l’evidenza dei limiti che lo hanno fatto andare via, si presenta a testa bassa, ma con le braccia aperte. Perché lei sa di essere sempre la stessa, e non ha scuse. Ma sa anche che non esiste altra città “madre” che possa farti sentire figlio come lei. “Tanto qua torni”, sembra pensare, mentre facendo spallucce ti saluta