A Napoli il cinema è libero

Scritto da il 7. Settembre 2018

Qui e ora

di MIRIAM CANDURRO

Lo scorso anno Venezia ha accolto 7 film napoletani, tra concorso e sezioni. Quest’anno il Festival ha richiamato la nostra città e Napoli ha rilanciato con ben 9 opere tutte campane. Quando anni fa ho scelto di fare l’attrice, erano due le frasi che sentivo ripetere più spesso. La prima, “impara a gestire le attese” (o, come diceva Eduardo, “accattete ‘na seggia”), l’altra “trasferisciti a Roma”, ripetuta da tutti come un mantra finché, arreso, non facevi le valigie. Era nella Capitale che si faceva il Cinema, quello delle grandi produzioni italiane e internazionali.

Al resto d’Italia restavano spiccioli, piccole produzioni coraggiose e indipendenti i cui film spesso arrivavano con difficoltà in sala. Se all’epoca avessero detto a noi giovani attori napoletani che la nostra città sarebbe diventata uno dei centri nevralgici del cinema ci avremmo creduto poco. Non perché non consideravamo Napoli all’altezza, ma perché la supremazia di Roma ci sembrava inarrivabile. Cosa sta succedendo di così straordinario nella nostra regione da convogliare finalmente le stesse produzioni che fino a qualche anno fa avrebbero fatto base nella Capitale?

Forse tutto questo è avvenuto grazie a un significativo passo indietro della nostra città, da sempre protagonista assoluta. Napoli, forse, faticava a riaffermarsi finché parlava solo di se stessa. Quando ha permesso alle storie di scorrere tra le sue strade limitandosi a fare da paesaggio, senza entrare prepotentemente nel corso degli eventi, è nata la magia. La sua unicità la renderà sempre qualcosa in più di un semplice sfondo. Napoli non sarà mai un set anonimo come può essere Hollywood, alla quale è stata paragonata più volte.

Così Lila e Elena, Lucia, Antonio, solo alcuni dei nomi dei protagonisti dei film a Venezia, vivono a Napoli ma raccontano storie universali, di amicizia, di rivoluzione, di sogni. E Napoli li accompagna per mano, splendente e silenziosa, come un abito da red carpet indossato da una diva: valorizzandola come nessun altro ma lasciandola libera di essere se stessa.

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